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Prevenzione abusi e
maltrattamenti su donne e minori
L'amministrazione Provinciale di Arezzo da
anni si adopera per prevenire, contrastare
e curare i danni della violenza subita dalle
donne nelle sue diverse forme e ha avviato
importanti progetti specifici con l’istituzione
di presidi di prima accoglienza e protezione
a favore delle donne che vogliono uscire da
situazioni di violenza.
Nel 1996, la Giunta Provinciale
di Arezzo approvò il "Progetto
contro la violenza, gli abusi, i maltrattamenti
intra ed extra familiari di donne e minori"
e da allora anche in funzione e in base al
ruolo di coordinamento, assegnato dalla normativa
ha attivato gruppi di lavoro che affrontano
le diverse problematiche.
L'aumento di casi di maltrattamenti, il conseguente
incremento di situazioni di forte disagio
psicologico, il continuo flusso di immigrazione
femminile negli anni hanno fatto emergere
la necessità di accoglienze particolari,
più vicine ad una vera ospitalità
residenziale. La maggior parte dei gravi disagi
femminili sono infatti causati dalla mancanza
di una abitazione, di una sicurezza economica
(se pur momentanea) o dall'arrivo in terra
straniera senza trovarvi i legami parentali
o amicali.
Nel 1997 dopo il corso di
formazione “Un servizio delle donne
per le donne ad Arezzo – azioni positive
contro il disagio” e la successiva selezione,
un gruppo di donne si associarono al “Pronto
Donna”.
Nell’ambito della formazione e dell’aggiornamento
del personale volontario dell’Associazione
“Pronto Donna”, la Provincia organizzò
successivamente giornate di follow-up in collaborazione
dell’Associazione “Artemisia”
di Firenze che da anni si occupava di problematiche
legate alle diverse forme di violenza. L'obiettivo
era quello di verificare gli aspetti organizzativi
e metodologici del “Pronto Donna”
ed assicurarsi che l’associazione gestisse
nella pratica, un servizio così particolare
e delicato in base a criteri di efficienza
e di efficacia e che sapesse garantire un’adeguata
presa in carico delle donne utenti, nel percorso
di uscita dalla violenza.
L’Associazione “Pronto Donna”
da allora si preoccupa autonomamente di sottoporre
a verifiche singole e di gruppo le operatrici,
attraverso anche una supervisione continua
effettuata da una psicologa professionista.
Dal 1998 nel territorio sono
stati attivati specifici interventi tesi a
prevenire e curare i danni della violenza
subita dalle donne nelle sue diverse forme,
sia nella vita affettivo- familiare che nella
vita sociale e lavorativa. In quell’anno
la Provincia di Arezzo, promosse l'attivazione
di una linea telefonica di aiuto e sostegno
per le donne e i minori in situazioni di difficoltà,
gestito dall'Associazione “Pronto Donna”
e contemporaneamente promosse e realizzò
una vasta ed adeguata campagna pubblicitaria
e di informazione.
Da quel momento le donne che, nel territorio
provinciale, si rivolgono all'Associazione
sanno di poter disporre anche di un primo
servizio gratuito di consulenza psicologica
e legale.
Dal 1999 è stato attivato
un ulteriore servizio di accoglienza ed ospitalità
per donne (con o senza minori) in gravi condizioni
di disagio, la cui gestione è stata
affidata all’Associazione di Volontariato
“Donne Insieme” - già presente
ed operante nel territorio aretino - a supporto
di donne in situazioni di disagio, prevalentemente
straniere, alle quali viene offerto sostegno,
attraverso una rete di volontarie, nella ricerca
del lavoro.
Lo sportello “Punto di Ascolto
Centro di Informazione” fu
aperto nel 2002 presso il
Centro Pari Opportunità e fu attivato
anche grazie al contributo economico erogato
dalla Zona Sociale Aretina sul progetto “Emergenza
donne in situazione di disagio”.
Fu avviato per rispondere alla necessità
di una rete funzionante di servizi volti a
garantire una sempre maggiore integrazione.
Oggi ha assunto una funzione di referenza
territoriale che risponde - quanto più
possibile - con coerenza ed efficacia alle
eterogeneità delle domande. I soggetti
coinvolti direttamente sono i 5 Comuni della
Zona Aretina, il volontariato, molte istituzioni
pubbliche e del privato sociale. Questo servizio
offre anche, nel corso della giornata, una
reperibilità telefonica che permette
alle operatrici e agli operatori un raccordo
per eventuali interventi urgenti destinati
ad attivare le procedure di inserimento nella
casa rifugio o nella casa di accoglienza di
donne e minori in stato di necessità.
Utenti dello sportello:
dall’attivazione del progetto ad oggi
l’utenza dello Sportello sta gradualmente
aumentando; il numero di utenti che si sono
rivolte allo sportello nell’ultima annualità
di progetto è quantuplicata rispetto
alla prima annualità (ottobre
2002 – ottobre 2003). Questo
fenomeno potrebbe significare che lo Sportello
è ormai divenuto un punto di riferimento
nel territorio aretino per le donne con problemi
di disagio generico. Lo Sportello funziona
come un servizio a bassa soglia, ovvero, non
sono richiesti requisiti particolari per accedere
ai servizi. Grazie a questo aspetto, l’utenza
che possiamo registrare è molto diversificata,
allo Sportello, infatti, non arrivano soltanto
richieste di aiuto per violenza o maltrattamento,
ma per disagio in generale.
Le utenti che nell’arco di un anno si
rivolgono allo sportello o fisicamente o telefonicamente
sono un numero molto alto.
Il progetto in questi anni di attività
ha:
-
facilitato la richiesta
di aiuto da parte delle donne vittime di
maltrattamento
-
ha agevolato il loro
accesso ai servizi
-
ha promosso un lavoro
integrato di rete tra Pubblico e Privato
Sociale nella costruzione di programmi di
assistenza individualizzati
-
ha promosso reti informali
di sostegno a livello locale.
Se si prendono
in considerazione i dati numerici di questi
anni, relativi all’utenza, possiamo dichiarare
che il progetto ha avuto sul territorio di riferimento
e non solo, una buona ricaduta.
E’ da sottolineare l’importanza
di una totale condivisione delle finalità
e del percorso previsto dal progetto tra Enti,
Istituzioni, Associazioni di volontariato che
operano nel territorio e che nel 2001
hanno aderito al “Protocollo di
intesa” che formalizza la rete
tra la Provincia di Arezzo, l’Associazione
“Pronto Donna”, la Prefettura, il
Provveditorato agli Studi e l’ASL di Arezzo.
Questo serve perchè ciascun soggetto
coinvolto sia in condizione di individuare e
comprendere la complessità della domanda
e sia perciò in grado di attuare una
comunicazione capillare e tempestiva a cui devono
seguire interventi omogenei.
La Casa Rifugio aperta nel 2002
e gestita dall’Associazione “Pronto
Donna” è un luogo fisico di accoglienza
e residenza per donne (con o senza figli minori)
che si trovano nella necessità di sottrarsi
a situazioni di violenza e di abusi, che garantisce
la massima riservatezza. Il servizio è
in grado di garantire riparo immediato, temporaneo
e gratuito per coloro che si trovano in condizioni
economiche disagiate e si affida ad un’équipe
della quale fanno parte specifiche figure professionali
di sostegno: psicologa, educatrice, legale e
responsabile dell’accoglienza.
La Casa Rifugio fa parte della rete nazionale
e quindi è in grado di offrire ospitalità
anche in luoghi diversi da Arezzo mantenendo
le stesse caratteristiche di tutela e riservatezza.
L’impegno dell’Amministrazione Provinciale
tende ad unificare in maniera trasversale sia
gli interventi che le azioni di prevenzione
sui fenomeni della violenza e degli abusi.
Ogni intervento viene progettato tenendo conto
delle peculiarità di ogni zona, delle
problematiche insorte anche in rapporto ai servizi
esistenti.
Uno degli obiettivi primari del progetto è
quello di fornire la conoscenza dei comportamenti
abusanti e violenti a tutti i livelli (anche
psicologici), dei loro effetti e dei possibili
rimedi. Un obiettivo che dà la possibilità
di svelare i casi di abuso e violenza, ma offre
anche alle vittime di questi drammi la possibilità
di superare le situazioni traumatiche vissute.
L’obiettivo finale è quello di
riuscire a stabilire forme di prevenzione e
contrasto delle azioni di abuso e maltrattamento
e di ogni altra forma di violenza familiare
ed extrafamiliare, e di ridurne gli effetti
immediati.
Obiettivi da perseguire attraverso interventi
informativi e formativi, che comprendano in
particolare il recupero delle esperienze di
questi anni: del personale pubblico, delle operatrici
dell'Associazione “Pronto Donna”,
dell’Associazione Donne Insieme.
L’esperienza di questi anni mostra che
la fuoriuscita da situazioni di violenza, familiare
o extrafamiliare, di disagio fisico o psicologico
apre nuovi bisogni da non sottovalutare, primo
fra tutti quello della garanzia di autonomia
che significa, in ultima analisi, lavoro e casa.
Questo comporta l’avvio di una riflessione
attorno a nuovi strumenti e servizi come un
“luogo” di ascolto, orientamento
e avvio al lavoro che la Provincia ha istituito
mettendo a disposizione una operatrice che svolge,
con competenza il delicato compito.
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